Il termine coaching è di origine inglese* ma negli ultimi anni si è diffuso molto in Italia, in particolare nel mondo delle aziende.
Può essere visto come un progetto di miglioramento e sviluppo in cui il coach fornisce un’azione di supporto volta a mettere chi ne fruisce in condizione di affrontare crescenti complessità.
È un rapporto di “partnership” che si stabilisce tra coach e coachee con lo scopo di aiutare quest’ultimo ad ottenere risultati ottimali in ambito professionale e non solo.
* Il termine “coach” deriva dal middle english “coche”, corrispondente all’inglese moderno “wagon” o “carriage” (carrozza, vettura). Un “coach” è letteralmente un veicolo che trasporta una o più persone da un luogo di partenza ad un luogo di arrivo desiderato.
Il rapporto con il coach aiuta il coachee a definire gli obiettivi di sviluppo ed una strategia per perseguirli, che deve tenere conto sia delle potenzialità che dei limiti della persona.
Il coach deve essere concreto e realistico nel focalizzare i passi da compiere, e deve saper valutare la forza delle motivazioni del coachee, intervenendo a rinforzarla quando questa sia insufficiente.
Il coach deve aiutare il coachee a superare quei valori e quei modi di pensare che possono essere limitanti e costituire un ostacolo nell’affrontare situazioni critiche.
Gli strumenti che il coach utilizza sono molto semplici e si basano fondamentalmente sulla qualità del rapporto che riesce a stabilire con la persona che sta seguendo, sia che si tratti di un contatto diretto che indiretto. In sintesi il coach:
- Osserva (quando sia possibile)
- Ascolta
- Focalizza
- Valorizza
- Sostiene
- Sfida
I presupposti da cui si parte sempre:
Ognuno possiede o può procurarsi molte delle risorse di cui ha bisogno
Ognuno può fare la migliore scelta possibile in una determinata situazione
Ogni comportamento umano è finalizzato ed intenzionale
La spinta all’agire è determinata da obiettivi (che cosa) e valori (perché)
Essenzialmente i passaggi fondamentali sono 4: